Gli edifici commerciali, in media, sprecano più del 30% dell’energia che consumano, e utilizzano il 42% dell’energia nazionale.
Questi sono i dati riferiti ad uno studio effettuato negli Stati Uniti. E in Italia, com’è la situazione?
Quante sono le aziende che sanno fornire con esattezza a i dati relativi al proprio consumo e/o spreco energetico?
Partendo da un’analisi pubblicata da Centrica Business Solutions, in relazione all’efficientamento energetico per le aziende multi-sito (anche se i concetti base possono poi benissimo essere rapportati anche alle mono-sito), pubblichiamo delle considerazioni adattate alla nostra realtà nazionale.
È evidente infatti che pur condividendo i contenuti dell’articolo originale, riteniamo utile trasporli alla realtà italiana (es: nell’articolo si considerano “vecchi” gli edifici costruiti prima del 2000, da noi le cose stanno in modo un po’ diverso…)
STRATEGIE DI EFFICIENTAMENTO NELLE AZIENDE COMMERCIALI MULTI-SITO
Nelle realtà commerciali multi-sito ci si può facilmente trovare a dover gestire edifici diversi tra loro; alcuni vecchi e altri più recenti, alcuni molto grandi e complessi e altri più piccoli e più semplici da efficientare, alcuni già in possesso di sistemi di controllo da remoto e altri no.
Implementare strategie diverse per i diversi edifici può diventare, per il facility manager, un’operazione dispendiosa sia in termini di tempo che di soldi; è pertanto consigliabile avere un approccio più globale, che permetta magari anche un acquisto all’ingrosso delle soluzioni e riduca i costi di installazione. Vale la pena di unire progetti che richiedono piccoli up-grade e rendono risparmi immediati, a progetti più a lungo termine che forniscono un maggior ritorno sugli investimenti.
Prima di iniziare una strategia di efficientamento energetico è bene che tutta la dirigenza e gli azionisti abbiano ben chiaro il livello di inefficienza di partenza dei loro edifici e che vengano loro fornite le soluzioni di tracciamento e di miglioramento delle performances.
Ma la comunicazione non deve essere rivolta solo ai “piani alti”. È bene infatti che tutti i dipendenti dell’azienda, e anche la comunità circostante, siano informati dei benefici che la nuova gestione energetica può apportare, che siano coinvolti con training e iniziative di supporto (es: “caccia allo spreco”) e resi partecipi dei risultati raggiunti.
La maggior parte delle aziende statunitensi, e probabilmente ancor di più quelle italiane, non hanno una reale conoscenza di quanto consumano e sprecano, soprattutto perché non possiedono gli strumenti necessari ad accedere ai dati energetici in tempo reale.
Monitorare e analizzare l’uso dell’energia sui differenti siti e stabilire una baseline sulla quale misurare la successiva riduzione dei consumi è il primo, fondamentale passo per tracciare i progressi.
Bisogna esaminare:
– quanta energia consuma ogni edificio/sito
– qual’è il costo dell’energia per ogni edificio e per l’azienda in generale
– quanto incide il costo totale dell’energia sul prezzo dei prodotti e/o servizi venduti dall’azienda
– se l’azienda utilizza energie rinnovabili e si avvantaggia di incentivi statali
-qual è l’impronta ecologica aziendale e se è in linea con le aspettative di clienti e investitori.
Le aziende che investono in gestione energetica di solito lo fanno come spinta verso altri obiettivi aziendali. E’ giusto. Ma gli obiettivi devono essere realistici, misurabili e scadenzati.
Una volta che la società ha chiari i parametri relativi al consumo, allo spreco e all’impatto dell’energia, può sviluppare un piano di azione strategico per raggiungere gli obiettivi prefissati.
Si è evidenziato essere molto utile, nelle realtà multi-sito, cominciare con un progetto pilota. Ovviamente se i risultati sono soddisfacenti, la dirigenza sarà più propensa ad investire per un’implementazione generale.
Altrettanto utile è una riflessione riguardo ai costi e ai benefici derivanti dalle varie opzioni di gestione energetica (efficientamento, introduzione energie rinnovabili, “energy-storage”…)
Fino a pochi anni fa, purtroppo, l’energy management per le grandi realtà commerciali si è spesso dimostrato essere costoso, complesso e problematico a causa delle difficoltose strutture organizzative, della mancanza di risorse umane dedicate, della competenza tecnica o della mancanza di capitale da investire in tal senso.
Per fortuna non è più così: le nuove tecnologie e gli incentivi economici possono ridurre o eliminare questi ostacoli e anzi, l’ottimizzazione delle performance energetiche può fare da traino all’apertura di nuovi flussi di cassa.
NOW, IT'S TIME
A tal proposito, è opportuno evidenziare, con riferimento al nostro Paese, che strumenti quali “Energy Insight” per il monitoraggio energetico, rientrano a pieno titolo nel Piano Industria 4.0 che da Novembre 2020 è stato aggiornato in Piano Transizione 4.0 con la maggiorazione delle aliquote del credito d’imposta dal 40% al 50%, fruibili in 3 anni (anziché 5) a partire da subito (per intenderci, si può “scaricare” immediatamente il 17%!)