Ridurre significativamente la bolletta energetica cambiando fornitore è possibile?
Abbiamo chiesto a Maria Paola Mathieu, consulente aziendale per l’efficientamento energetico specializzata nel settore ricettivo e nelle PMI, di raccontarci la sua opinione basata su anni di esperienza sul campo.
Le riflessioni sul mercato energetico di M.P. Mathieu
Negli ultimi anni molti di noi hanno cambiato frequentemente gestore della rete telefonica sulla base delle offerte più allettanti, sia per l’uso domestico che per quello mobile. Sta capitando la stessa cosa con il mercato energetico?
In effetti c’è abbastanza confusione tra gli imprenditori in tal senso.
Esistono pubblicità spesso fuorvianti, dovute alle necessità di mercato dei fornitori di energia che, negli anni della liberalizzazione, hanno visto diminuire i margini di profitto ed il range su cui operare si è ristretto.
È un fenomeno già visto nelle telecomunicazioni, tipico di tutti i mercati ormai maturi.
I consumatori dovrebbero abbandonare la pia illusione di poter godere di grandi risparmi, quando anche facessero una scelta oculata ed azzeccata del fornitore ed ancor più del momento temporale di entrata su una singola offerta.
Di che cifre di risparmio parliamo?
Salvo casi sporadici, parliamo di ipotetici risparmi di non più del 10% sul 35-40% del totale della fattura.
Qual’ è l’alternativa?
Sarebbe senz’altro più opportuno porre l’attenzione sulla riduzione degli sprechi e sull’ottimizzazione dei consumi ipotizzando di investire in strumenti di monitoraggio e controllo di alcune variabili che incidono in maniera più significativa sul costo totale finale e, in conseguenza di ciò, adottare comportamenti virtuosi che permettano anche l’accesso ad incentivi e bonus, quali quelli sulla riduzione della CO2 , industria 4.0 ecc.
In questo caso di che cifre si potrebbe parlare, indicativamente?
Dipende ovviamente dal tipo di intervento di efficientamento che si va a fare. Si è visto comunque che già semplici modifiche di comportamento sulla base dei dati ottenuti da un buon monitoraggio, possono portare a risparmi di almeno il 10% che si ripercuotono su tutta la fattura.
Il consiglio, riassumendo, è quello di non soffermarsi unicamente sul cambio tariffe e/o fornitore ma portare l’efficientamento ad un livello più alto, che permetta di far risparmiare di più in termini economici e che tenga anche conto dei cosiddetti NEBs, (Non-Energy Benefit) per migliorare sia in termini di sostenibilità ambientale che di immagine aziendale. Corretto?
Assolutamente sì.
Grazie a Maria Paola Mathieu per il suo intervento.