Nella prima parte del nostro articolo abbiamo visto i vantaggi di cui possono beneficiare i governi e la cittadinanza grazie ai NON-ENERGY BENEFITS dell’efficienza energetica, da un punto di vista del welfare, della qualità della vita, delle offerte di lavoro e così via.
Questa volta vorrei concentrarmi invece su benefici multipli apportati alle imprese e sull’effettiva difficoltà di queste ultime di comprenderne preventivamente i vantaggi.
Il primo grande ostacolo che devono affrontare i professionisti dell’efficienza energetica interfacciandosi con i clienti è infatti la visione a compartimenti stagni che spesso si ha, nelle aziende, dei ruoli e dei contesti.
Gli Energy Manager di HERA SPA, all’interno del focus pubblicato da FIRE ““I benefici multipli dell’efficienza energetica” utilizzano una brillante metafora della mancanza di dialogo tra tecnici dell’energia e le altre funzioni aziendali e quella in una équipe medica o in un’orchestra, lasciando immaginare la necessità di risolvere la questione.
È fondamentale infatti che si abbia in tutti i reparti una visione univoca dell’energia come filo conduttore di una maggiore efficienza aziendale a tutti i livelli, e che venga preso in considerazione il forte impatto positivo che la riduzione dei consumi energetici ha in termini economici e non economici.
Fondamentale infatti è utilizzare i dati energetici non solo in quanto tali ma integrati con i dati di produzione e quelli del contesto in cui la produzione avviene, un’integrazione personalizzata e flessibile alle caratteristiche della realtà in cui si applica.
In un contesto alberghiero, per esempio, può essere utile studiare i consumi energetici in relazione alla percentuale di occupazione delle stanze o della superficie delle stanze (es. suite matrimoniale vs. standard singola) per fare interessanti raffronti.
In un’azienda manifatturiera si possono verificare i consumi energetici in relazione alle quantità prodotte (tonnellate di impasto, numero di viti…) e studiare i dati dei singoli macchinari e strumenti utilizzati al fine di verificarne lo stato di obsolescenza, tenere sotto controllo la manutenzione e verificare la sicurezza degli stessi per gli addetti. Pare evidente, infatti, che un investimento in questo senso corrisponde ad una diminuzione di costi legati agli infortuni e alla manutenzione e gestione degli impianti.
Analizzando i dati di consumo energetico e produzione sui vari turni (giorno e notte), sul contesto in cui si opera (temperatura dei frigoriferi, ore di accensione del riscaldamento/raffrescamento negli uffici, tempo di accensione dell’illuminazione, possibile sostituzione dei macchinari, consumi di CO2 emessa, quantità di scarti prodotti ecc) si può davvero avere un quadro completo del grado di efficienza aziendale e individuare migliorie, sia in termini di rendimento che di qualità di vita dei lavoratori e dell’ambiente in cui si opera.
Ecco allora che i NON ENERGY BENEFITS, sono fattori fondamentali da prendere in considerazione quando si pensa ai vantaggi che si hanno investendo in interventi di efficienza energetica.
Il titolare di un’azienda o il governatore di una Pubblica Amministrazione che relega le attività di efficientamento alla parte bassa della sua lista di priorità, dovrebbe finalmente rendersi conto che una visione più ampia dell’energia di quella che si limita ad osservare la bolletta, porterebbe ad immediati ed importanti risultati.