Ernesto è un poco maldestro e ogni volta che riempie le caraffe di vino da mettere in tavola per i suoi clienti ne versa un po’ sulle tovaglie, lasciando numerose macchie.
Ernesto è famoso in tutto il circondario per l’ottima qualità della sua cantina e quelle macchie lo infastidiscono molto perché ogni giorno gli ricordano che spreca inutilmente del vino, una delle principali risorse per il suo lavoro, il cui costo è molto rilevante nel budget della sua osteria.
In ogni azienda, come nell’osteria di Ernesto ci sono degli sprechi, ma per molti dirigenti ed amministratori non sono altrettanto facili da individuare come sono le macchie di vino.
Uno dei maggiori costi delle aziende oggi è senz’altro costituito dall’energia, specialmente visti gli attuali rincari, ma non è facile vedere dove e quanta se ne spreca o se ne consuma realmente, a meno di non utilizzare un sistema di monitoraggio dei consumi energetici.
Cosa si può scoprire monitorando la propria energia? I dati che si possono ricavare sono davvero molteplici e sono utilissimi per:
- intraprendere misure di cambiamento della gestione dei macchinari e valutare soluzioni migliorative
- fare manutenzione predittiva
- prevedere iniziative volte al miglioramento della sostenibilità ambientale.
Vediamo un esempio concreto.
Questa immagine mostra i consumi di un supermercato specializzato nei surgelati. Nello specifico si vedono i consumi di alcuni dei frigoriferi che sono stati monitorati.
Il negozio possiede due differenti marche di frigoriferi ma alcuni sono nuovi e altri sono in uso da molti anni.
E’ evidente, anche senza essere professionisti nel campo energetico, che i frigoriferi hanno funzionamenti e quindi assorbimenti diversi.
Si nota perfettamente come i banchi 37 e 38 (arancione e rosso), pur avendo una potenza nominale molto simile (dell’ordine dei 430/450 W) lavorino in maniera diversa con consumi e costi molto differenti: il banco frigo 37 assorbe energia in maniera costante e quindi non “stacca” mai, mentre il 38 utilizza l’energia in maniera più efficiente, assorbendola dalla rete solo quando deve riportare la temperatura della cella al valore impostato nel set point.
Lo stesso si può dire guardando la coppia di banchi 34 e 35 (blu e verde), che ha una potenza minore rispetto ai due precedenti (dell’ordine dei 350 W), ma i due dispositivi hanno un andamento simile ai precedenti: il banco frigo 35 ha un assorbimento costante durante tutto il periodo di funzionamento, mentre il 34 assorbe energia solo quando è necessario, quindi per mantenere la temperatura della cella.
Facendo due calcoli, possiamo dire che ogni giorno la modalità di funzionamento ad assorbimento continuo comporta sprechi significativi, che possiamo mettere in evidenza grazie al monitoraggio:
Rapportandoci al frigo 34 (blu) che è quello che sembra avere un comportamento ottimale (basso assorbimento e funzionamento discontinuo), vediamo come invece il frigo 37 (arancione) consumi il 238% in più.
Ciò significa che sostituendo un frigorifero di tipo 37 con uno di tipo 34 si ottiene un risparmio dell’ordine di 2,1 MWh/anno, il che equivale a:
– con i costi odierni, risparmiare circa 450€ a frigo;
– evitare di immettere in atmosfera 740 kg di CO2/anno per frigo.
Tenendo conto che questo negozio contiene una cinquantina di frigoriferi e solo in Italia si contano 50 negozi, risulta evidente il risparmio che la proprietà può ottenere facendo queste analisi e prendendo i provvedimenti che le stesse suggeriscono (verifica della modalità di funzionamento, verifica dei set point, manutenzione predittiva delle risorse, valutazione dell’obsolescenza, valutazione del ROI sostituendo i frigoriferi non ottimali…).
Se inoltre consideriamo i “famosi” Non Energy-Benefits e la possibilità di pubblicizzare l’immagine “verde” dell’azienda risulta ancor più evidente l’interesse di fare questo genere di analisi.
Il titolo di questo articolo riprende la traduzione italiana della famosa opera di Oscar Wilde.
Perché lo abbiamo utilizzato?
Un po’ per vezzo – siamo sinceri – perché ci divertiva la storia di Ernesto l’oste maldestro…ma in realtà c’è un motivo molto più serio: senza entrare troppo nei dettagli, Wilde nel suo testo tira in ballo la differenza tra essere e apparire.
Quello dell’energia sprecata è sicuramente un tema attinente, perché se non si va oltre l’apparenza della bolletta è davvero difficile capire quale sia e quanta sia l’energia che usiamo, per gestire in maniera efficiente la produzione e vendita dei nostri prodotti e servizi, e quale e quanta sia invece quella che buttiamo senza averne traccia evidente sulla nostra “tovaglia”.
Il sistema di monitoraggio dei consumi energetici può essere, per tutte gli imprenditori, ciò che è la tovaglia macchiata per Ernesto: la prova provata dei nostri sprechi e l’incentivo per eliminarli e lavorare più efficacemente.