Parliamo con l'Ing. Molteni dell’importanza dell’analisi dei consumi energetici e dell’approccio alla transizione energetica di Italia e Svizzera.
IFEC è uno studio d’ingegneria con sede in Svizzera che svolge attività di consulenza e progettazione in ambito pluridisciplinare, dall’energia alla fisica delle costruzioni, dall’acustica all’ambiente passando per l’innovazione tecnologica e gli impianti RCVS…
Alessandro Molteni è l’ingegnere che si occupa di progettazione e consulenze nell’ambito degli impianti elettrici.
Ing. Molteni, l’azienda per cui lavora è composta un team numeroso, italo-svizzero, che vanta competenze in vari ambiti e fa capo ad un gruppo internazionale di base in Svezia. Tutto ciò le permette senz’altro di avere una visione di ampio respiro su ciò che sono le principali richieste dei committenti soprattutto in questo periodo di crisi energetica e geopolitica…
All’interno del gruppo opero nella business unit che si occupa di edifici.
Non posso far altro che confermare il marcato trend verso l’efficienza energetica ed utilizzo razionale dell’energia oltre che per la produzione da fonti rinnovabili.
La volontà dei committenti stessi, ma anche tutti gli elementi normativi ed economici, convergono naturalmente verso l’obiettivo di realizzare opere sostenibili con la minima necessità di approvvigionamento energetico esterno. Ciò non è sempre o completamente realizzabile, ma c’è una sensibilità particolare verso questi temi anche da parte dei non addetti ai lavori che aiuta parecchio il nostro lavoro.
Alcuni mesi fa avete installato presso la sede di un vostro cliente, un palazzo di uffici assicurativi, il nostro sistema di monitoraggio energetico. I 33 sensori installati permettono di avere una visione abbastanza capillare dei consumi. Quali erano le esigenze del cliente quando si è rivolto a voi e quale riscontro ha ottenuto dai dati che gli potete adesso fornire?
Partendo dalle analisi dei propri costi di gestione il cliente ha evidenziato un consumo energetico marcatamente sopra la media legato all’edificio che poi è stato oggetto di analisi.
Siamo stati coinvolti per eseguire un servizio che offriamo da tempo, ovvero un’analisi multidisciplinare che include lo stato dell’involucro, degli impianti elettrici e meccanici ed il rispetto delle normative di sicurezza ed antincendio.
Dopo una prima valutazione abbiamo deciso di indagare gli assorbimenti elettrici nel dettaglio evidenziando dei punti critici legati ai consumi degli impianti di ventilazione, consumi che sarebbe stato impossibile quantificare senza dei sensori dedicati.
Facilità e velocità di installazione sono tra le caratteristiche che in nostri clienti apprezzano di più in Energy Insight. Il vostro caso è particolarmente significativo perché avete installato e configurato il sistema in maniera del tutto autonoma e in tempi “record”. Come è andata?
È andata molto bene, il sistema era stato individuato da una ricerca di mercato proprio per fornire una analisi dettagliata degli assorbimenti e nel contempo permettere installazioni poco invasive su impianti già realizzati. Per tali caratteristiche direi che non ha rivali.
Nel caso in questione è stata fondamentale la possibilità di installare i sensori senza disalimentare le utenze. Oltre ai sensori sono parti fondamentali del sistema gli strumenti di analisi dei consumi energetici ed esportazione dei dati. Non posso non menzionare la formazione all’uso del prodotto ricevuta nei giorni precedenti all’installazione che ci ha permesso di eseguire il nostro intervento in poche ore e senza problemi.
Nel Giugno 2020, quando la maggior parte dei Paesi Europei stava uscendo dal primo lockdown e venivano riaperti i confini abbiamo avuto occasione di fare una breve intervista ad un nostro collaboratore che ha un’azienda in Canton Ticino. Con lui abbiamo parlato di economia e ovviamente di efficienza energetica, cercando di capire l’approccio della Svizzera a questo tema.
Non sono passati neanche due anni da quell’intervista ma tutti gli avvenimenti accaduti nel frattempo hanno contribuito in maniera sostanziale a farci riflettere su temi riguardanti approvvigionamenti, indipendenza energetica, nucleare, rinnovabili, efficienza e sostenibilità…Le va di darci la sua opinione in merito, sia per quanto riguarda la Svizzera che l’Italia?
Rispondo molto volentieri sebbene non sia possibile in questa sede analizzare sufficientemente la complessità che la questione energetica comporta.
Come già accennato vedo un trend marcato verso l’efficienza energetica e verso la generazione da rinnovabili e lo rilevo in modo netto nella volontà delle persone e organizzazioni private.
Da parte dei governi è ugualmente presente tale inclinazione e numerose sono le azioni concrete che hanno accelerato negli ultimi 20 anni un approccio che è partito da una iniziale disattenzione per l’ambiente e per l’utilizzo dell’energia fino ad arrivare una mentalità “green” e orientata alla sostenibilità.
Specifico che bisognerebbe fare i dovuti distinguo tra gli approcci messi in atto in Italia ed in Svizzera ma preferisco focalizzarmi su ciò che a mio parere manca ad entrambi i paesi, ovvero una netta e coraggiosa azione di rivoluzione delle reti di distribuzione che porti i sistemi ad essere dotati della tecnologia necessaria per la loro stessa gestione nei prossimi anni. Scrivo prossimi ed intendo domani.
La transizione verso i veicoli elettrici, la diffusione di impianti di generazione diffusa, lo sconvolgimento dei costi dell’energia per ragioni geopolitiche o per mutamento di sistema avranno un ritmo di crescita ben maggiore del tempo necessario per lo sviluppo ed implementazione di reti intelligenti o smart grid.
E mentre entrambi i Paesi pongono stretti obiettivi di transizione sottovalutano al contempo i limiti strutturali che devono essere affrontati per raggiungere gli obiettivi stessi.
L’auspicio è che qualcuno si accorga di tale paradosso e riesca a porre in atto azioni correttive adeguate.
Molte grazie all’Ing. Molteni per la sua testimonianza.