Il rispetto delle cosiddette “green practices” da parte delle aziende sta diventando sempre più determinante nelle scelte dei consumatori sia quando si tratta degli acquisti quotidiani sia quando devono organizzare le tanto sospirate vacanze, pertanto, per le strutture ricettive è particolarmente importante essere “sostenibili”.
Il turismo sostenibile, infatti, non riguarda solo le mete turistiche, ma coinvolge anche le strutture ricettive che si impegnano in tematiche quali risparmio energetico, corretta gestione dell’acqua, riduzione dei rifiuti e degli sprechi alimentari, uso di prodotti sostenibili, diffusione di una cultura della sostenibilità e promozione di attività e tour eco-sostenibili…
Secondo il “Sustainable travel report 2023” realizzato da Booking.com il 76% degli intervistati intende fare viaggi più sostenibili nei prossimi 12 mesi e addirittura il 46% è disposto a pagare di più per strutture in possesso di certificazioni di sostenibilità.
Per la legge della domanda e dell’offerta, quindi, sono in continuo aumento le aziende dell’ospitalità proattive nei confronti delle tematiche della sostenibilità.
Va però sottolineata la necessità di un pensiero globale, di una strategia d’impresa che non si limiti a interventi sporadici e poco interconnessi.
Certamente è bene eliminare la plastica delle bottiglie in camera o dai prodotti da bagno a favore di vetro o distributori di prodotto sfuso ad esempio. Sicuramente sensato introdurre avvisi in relazione al cambio asciugamani solo su richiesta.
Ma non basta.
L’impatto ambientale del settore turistico, in particolare delle strutture ricettive, è dovuto soprattutto agli elevati consumi elettrici, alle emissioni di anidride carbonica e all’eccessivo spreco di cibo.
Secondo l’International Tourism Partnership l’industria alberghiera dovrebbe ridurre l’emissione di gas serra del 90% entro il 2050 per potersi adeguare all’Accordo di Parigi sul clima.
Diventa quindi fondamentale ridiscutere la scala di valore degli interventi che si fanno spostando il baricentro della valutazione dai costi sostenuti per la sostenibilità al valore che essa genera, sia per il bilancio che per l’ambiente.
Si può ad esempio investire in progetti di formazione per i dipendenti dedicati al risparmio energetico, si possono valutare i fornitori secondo il loro rispetto dei criteri sociali e ambientali e coinvolgere le comunità locali in attività ed eventi dedicati alla sostenibilità.
Nel 2026 l’Italia ospiterà le Olimpiadi invernali a vent’anni esatti da quelle di Torino 2006. La parola chiave contenuta nel dossier con la candidatura italiana è stata proprio “sostenibilità”.
L’attenzione dei media e delle associazioni è molto alta sull’evento e sul fatto che le promesse fatte dal comitato organizzatore vengano poi mantenute. Una cosa è certa: ai fornitori e alle strutture ricettive del territorio ci si aspetterà grande impegno su questo fronte.
Tutte attività di efficientamento, dunque, a partire dall’indispensabile monitoraggio dei consumi, vanno viste quindi come opportunità di investimento dal ritorno rilevante.
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